PARLA è un aggregatore italiano di modelli di Intelligenza Artificiale che merita di essere messo in evidenza. Scopriamo tutto più da vicino.
Vogliamo approfondire un discorso molto interessante e che merita tutta la nostra attenzione, scopriamo insieme di cosa si tratta.

La piattaforma è la spinoff di Boosha, in merito ha parlato così Giada Franceschini: “Boosha nasce dall’esigenza di fornire una risposta concreta alla richiesta sempre più insistente di soluzioni di Intelligenza Artificiale nelle aziende, un mercato che ha registrato una crescita record del 52% nel 2023 in Italia, raggiungendo i 760 milioni di euro. Io e Mario ci siamo quindi interrogati su come implementare tecnologie di IA generativa per far crescere le imprese italiane”.
Questa talentuosa ragazza è AI Solutions Architect e co-founder di Boosha e CEO e Co-founder di Parla, un personaggio importante che spiega ancor di più il tutto: “un’idea che ha origine proprio dal mio percorso di studi in ambito informatico e che ho sviluppato poi durante le mie esperienze lavorative, da cui ho imparato che ogni lavoro ha la sua specificità e che l’IA adeguatamente sviluppata può davvero essere un boost di crescita importante – e non è solo “a esclusivo uso dei tecnici”. Pensiamo al marketing, all’HR, al legal o più generalmente alla strategia aziendale: e se avessimo un unico strumento in grado di ottimizzare procedure standard che ci occupano numerose ore di lavoro? Non solo, la scelta giusta permette anche di evitare sprechi e di avvicinare l’Intelligenza Artificiale al concetto di sostenibilità – ambientale e aziendale. Ecco, da questa consapevolezza nasce PARLA”.
Parla, l’innovazione è già qui
Parla è figlia di un metodo innovativo che merita di essere preso sotto esame e che è di certo un aspetto che merita alcuni spunti di riferimento per migliorare ulteriormente questo tipo di campo di competenze.

Giada Franceschini aggiunge: “A oggi l’Intelligenza Artificiale non è certo sostenibile e quello che vogliamo portare sul mercato nazionale – e siamo i primi in Italia a farlo – è un’unica soluzione che ha tra i propri parametri l’ottimizzazione delle attività attraverso l’utilizzo di modelli di linguaggio meno impattanti possibili”.
E conclude: “Si parla poi di uno strumento a servizio dei professionisti, questo è bene ricordarlo come altro punto chiave: non ha l’obiettivo di sostituire l’essere umano, ma di potenziarlo. Le tecnologie di intelligenza artificiale possono potenziare significativamente il lavoro di un avvocato, automatizzando attività ripetitive e supportando l’analisi documentale, mentre le competenze distintive della professione – come il ragionamento critico, la strategia legale e l’intelligenza emotiva nella relazione con il cliente – rimangono saldamente nelle mani del professionista. È fondamentale trasformare l’incertezza in opportunità, acquisendo le competenze per utilizzare l’Intelligenza Artificiale in modo strategico: la sinergia tra professionalità umana e innovazione tecnologica è la chiave per accelerare lo sviluppo e la competitività del Sistema Paese”.