L’agevolazione IMU può essere un vantaggio determinante per i proprietari ed è necessario comprendere bene la normativa premiale.
Un tempo avere una casa era davvero una benedizione per una famiglia. Infatti, la casa era una vera e propria cassaforte di valore da trasmettere ai propri figli e avere addirittura due o più appartamenti da affittare significava essere benestanti. Negli ultimi decenni le cose sono cambiate. Dopo interminabili discussioni sull’utilità o meno di una patrimoniale, la patrimoniale è arrivata davvero nella forma dell’ICI, poi diventata IMU.
L’IMU è una maledizione per i proprietari di casa perché è l’unica vera patrimoniale che esiste in Italia. In tante zone d’Italia, specialmente al sud, l’IMU insieme ai lavori di ristrutturazione degli immobili ormai vetusti, rende le case un asset più problematico che vantaggioso, ma fortunatamente per i proprietari di casa c’è uno sconto su questa odiosa tassa.
Come sappiamo bene, l’IMU si calcola sul valore dell’immobile, ma molto spesso la tassa risulta sproporzionata quando dall’affitto non si riesce a trarre la cifra sperata o quando i costi di gestione sono esorbitanti e allora ecco che lo Stato tende una piccola mano ai proprietari nella forma di uno sconto del 25%.
Questo sconto esige per così dire, la buona volontà del proprietario e quindi il padrone di casa a sua volta deve tendere la mano all’inquilino. Dunque l’IMU viene ridotta al 75% del valore nel momento in cui il contratto di affitto è regolarmente registrato all’Agenzia delle Entrate e comunicato al comune di Competenza. Per ottenere questo, il canone di locazione deve essere il cosiddetto canone concordato e il risparmio sull’odiata tassa non arriva da solo.
Infatti oltre all’abbuono del 25 per cento dell’Imu, i proprietari usufruiscono anche di altri vantaggi fiscali come l’imposta di registro decurtata di un bel 30% e l’applicazione della cedolare secca. Più che essere un aiuto ai padroni di casa, questo vuole essere un venire incontro soprattutto agli inquilini. Lo sconto si ha dalla data di stipula del contratto.
Infatti la ratio di questa agevolazione è proprio quella di abbassare la tensione abitativa soprattutto in quelle zone nelle quali praticamente l’intero ammontare dello stipendio finisce nel pagamento dell’affitto e delle utenze. La situazione di tanti lavoratori in Italia è dura proprio a causa dei costi della vita sproporzionatamente alti rispetto a stipendi e pensioni ormai penalizzati sul fronte del potere d’acquisto.
Dunque questa misura è sicuramente un aiuto per i padroni di casa ma da sola non basta a rendere l’asset degli immobili nuovamente appetibile come era un tempo. Ma abbassare la tensione abitativa non è uno scherzo, anzi è una sfida cruciale: “La storia vedrà questa come l’era della mercantilizzazione residenziale, in cui la fornitura di alloggi sembrava perdere ogni relazione tra domanda e offerta di abitazioni come bene d’uso, concentrandosi semplicemente sulla domanda e offerta di investimenti — e questo è preoccupante.” – Peter Rees
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