Il mondo della moda piange la figura storica di Giorgio Armani e l’Italia perde un altro pezzo di quei talenti che l’hanno fatta grande e che purtroppo non sembrano essere soggetti ad un turnover adeguato.
Alzando lo sguardo al di fuori dei confini nazionali e abbracciando la complessa e ricchissima industria globale della moda e del lusso, chi sono i veri re di questo comparto strategico e soprattutto chi sono i nuovi nomi destinati a fare la storia? Se il mondo della moda fosse un impero diciamo che gli imperatori sarebbero due: uno è lo storico e notissimo gruppo LVMH, il più grande, scrigno di marchi come Louis Vuitton, Dior, Fendi, Tiffany & Co., Loro Piana, Givenchy, ma l’elenco sarebbe tedioso.

Basti pensare che il suo fatturato nel 2019 era di addirittura 54 miliardi di euro. L’altro imperatore è Kering, se questo nome vi dice poco i marchi che controlla vi diranno tanto: Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta, Balenciaga eccetera.
Le novità frizzanti del mondo della moda
Messi insieme il loro valore supera i 250 miliardi di euro e quindi possiamo capire che oltre a parlare di lusso e di stile stiamo parlando di macchine economiche colossali.
In generale il mercato del lusso osserva una crescita moderata e gli esperti parlano di un due per cento medio annuo di crescita fino al 2027. In particolare Europa e Cina mostrano una fase di rallentamento mentre India e Medio Oriente appaiono più dinamici. Tuttavia il mondo della moda non è fatto soltanto di marchi arcinoti ma anche e soprattutto di realtà innovative che cercano di proporre qualcosa di non ancora visto.

Si stanno molto facendo notare marchi come Posse, che viene dall’Australia e adotta un’estetica retrò, Cordera coi suoi colori e volumi morbidi e delicati e Rohe che prescinde dalle stagioni dell’anno e propone una moda molto particolare. La grande domanda è quella di una moda non banale e di un lusso autentico e soprattutto sostenibile.
Come al solito lasciamo ai posteri stabilire se questa attenzione alla sostenibilità sia a sua volta l’ennesima moda o sia il frutto di una sensibilità realmente più matura rispetto al passato.
Italia culla di talenti (d’importazione)
Ma in questi ultimi tempi l’Italia si dimostra patria della moda non soltanto per i talenti autoctoni ma anche perché riesce a far germogliare nel modo più opportuno stilisti che provengono da fuori. E’ il caso del brand Meimeij nato a Carpi e fondato da coniugi cinesi. La moda che propone è glamour e contemporanea ma è perfettamente in grado di guardare ad un’utenza internazionale.
Un altro brand sicuramente interessante Kamay Ko, stavolta il luogo che ha fatto da incubatrice a questo nuovo marchio è la città eterna e la coppia di creativi proviene dall’Ungheria. I materiali sono naturali e le fabbricazioni tra Como e la Croazia. A farla da padrone sono stampe artistiche e un tocco sfrenatamente fantasioso che i clienti sembrano apprezzare molto.