Albert Serra, l’uomo che ha restituito un senso alla categoria del cinema d’autore.
Albert Serra è spagnolo, o meglio, catalano; i suoi studi abbracciano letteratura e storia dell’arte, e le sue profonde conoscenze permettono, soprattutto, sulla filosofia. È uno di quegli autori d’altri tempi che scrive, dirige e produce, e alle volte monta anche le sue pellicole.

È dal 2000 che i critici si accorgono di lui, ma è negli ultimi dieci anni che il suo nome esplode come quello di un autore con la A maiuscola, dal quale è impossibile prescindere per approcciarsi al cinema dei nostri tempi.
La decadenza dell’uomo senza mezze misure
Nel 2016, con “La morte di Luigi XIV”, viene consacrato dalla critica. Lungi dall’essere un banale film storico, questo film analizza in una maniera spietata e lucida la decadenza fisica di un essere umano, l’impotenza assoluta di chi lo circonda e la fine di un’epoca.

Dagli attori pretende tanto, ma restituisce loro la possibilità di una performance che durerà in eterno. “Liberté” del 2019 esplora fino a che punto possano arrivare degli aristocratici decaduti nel momento in cui vogliono spogliarsi della morale comune in un clima di isolamento e delirio.
La regia è semplicemente perfetta e lo spettacolo restituito allo spettatore è duro quanto ipnotico. “Pacifiction” del 2022 è ambientato in Polinesia ed è un viaggio straniante tra ambienti politici, militari e bar da quattro soldi, mentre sempre più forte circola la voce che la Francia sia per riprendere i test nucleari.
Il grande cinema è ancora possibile
Questo film è un autentico capolavoro e chi non lo ha visto deve correre a recuperarlo. La paranoia è il protagonista del film e si esce dalle quasi tre ore di proiezione con quel senso di profonda inquietudine e con quella meraviglia negli occhi che solo il grandissimo cinema sa regalare.
La critica lo ha incoronato come grande autore eppure la gente comune raramente lo conosce. Più che scomodare la consueta distinzione tra pubblico colto e incolto, bisogna tenere presente che il suo cinema bypassa qualsiasi tipo di convenzione e la visione richiede uno spettatore attivo, paziente, colto e in grado di dialogare con immagini meravigliose e di accettare la riflessione di temi scomodi.
Vedere questi film ci fa comprendere che il grande cinema si può ancora fare e che il presente non è solo terra di conquista di Netflix o di registi di cassetta bonariamente considerati maestri per insufficienza di prove. Serra chiede tanto, forse troppo, al suo pubblico ma propone quel genere di scambio che solo ai grandi artisti è possibile.