La rivoluzione quantistica è uno sconvolgimento della nostra società che può avere effetti molto più profondi di quel che oggi possiamo immaginare.
Un computer quantistico non è semplicemente un calcolatore tremendamente più potente di quelli attuali ma può aprire scenari che oggi appaiono fantascienza spinta. L’Italia una volta tanto non è fanalino di coda in questa ricerca ma vanta poli di eccellenza.

Si tratta di un network di ricerca di assoluto rilievo che passa dal centro nazionale Centro Nazionale ICSC a Bologna fino al laboratorio Q@TN di Trento e la partecipazione forte in progetti internazionali come quello ospitato al Fermilab di Chicago.
Centri di assoluta eccellenza quantistica
Il Centro Nazionale ICSC con sede a Bologna è un ambito italiano strategico per quanto riguarda big data e quantum computer. I 51 membri fondatori tra università, enti pubblici, centri di ricerca ma anche industrie provenienti da tutto il territorio nazionale, hanno messo in piedi una struttura che dovrebbe godere di molta maggiore attenzione e basti pensare che rientra tra i cinque centri nazionali strategici finanziati dal PNR.

Si tratta di uno dei gioielli del Tecnopolo di Bologna, proprio quello che ospita il supercomputer Leonardo. Ma anche Trento dice la sua per quel che riguarda il quantum computer con il laboratorio Q@TN attivo proprio nel campo delle tecnologie quantistiche d’avanguardia.
Chi riesce a piegare le bizzarrie quasi incredibili del mondo quantistico alle necessità dell’informatica può cambiare tanti settori. Infatti la meccanica quantistica è stata una tale rivoluzione circa 100 anni fa che ancora oggi i suoi principi appaiono sconvolgenti e quasi più somiglianti al misticismo che alla fisica.
Parte vitale di un grande progetto internazionale
Una vera e propria star del quantum computer è l’italiana Anna Grassellino. Per capire il suo contributo va tenuto presente che l’Italia è anche parte integrante e fondamentale del progetto SQMS al Fermilab di Chicago uno dei templi mondiali dello sviluppo di computer quantistici basati su tecnologie superconduttive.
INFN è l’unico membro non statunitense del progetto e sfrutta il know-how e i Laboratori Nazionali del Gran Sasso. E’ proprio questo progetto ad essere diretto da Anna Grassellino e si segnala come una delle realtà più avanzate in questo strategico settore.
Ma riusciranno queste eccellenze del Bel Paese a trasformare un settore di ricerca innovativo in tessuto produttivo forte? Gli ultimi decenni hanno visto l’affermarsi di colossi tecnologici sempre rigorosamente stranieri e noi italiani siamo restati a piangere la clamorosa occasione sprecata di Olivetti. Sarà così anche questa volta ho le prossime Big del calcolo quantistico parleranno la lingua di Dante?