Il New York Times questo mese si chiede: “Che cosa vuol dire Vogue oggi?”
La riflessione sulla celebre rivista di moda, da poco passata di mano dopo un interminabile “papato” di Anna Wintour durato addirittura 37 anni, è l’occasione di ragionare sul ruolo della moda nella nostra società.

Georg Simmel è stato un pioniere nel definire il ruolo della moda nella nostra società, basandosi su imitazione e la distinzione sociale, ma oggi Vogue non ha più l’importanza che aveva in passato. Sono stati i social media e il rapporto spesso diretto tra il designer e il pubblico ad aver “de-intermediarizzato”, come si direbbe in altri settori, questo ambito. Il pubblico, gli influencer e le case di moda dialogano tra loro e non hanno più bisogno di un “arbitro dello stile”.
Il mondo della moda è cambiato
Un tempo, cosa era di moda e cosa no veniva deciso da Vogue e pochissime altre riviste, dai loro fashion editor e dai loro fotografi, molto spesso famosi e celebrati più delle modelle. Questo “elitarismo” delle pubblicazioni tradizionali, in fondo, rifletteva le figure ottocentesche che nelle città venivano, a torto o a ragione, indicate come “arbitri dell’eleganza” e ai quali tutti gli altri si orientavano.

La trasformazione di Vogue, analizzata nell’articolo del New York Times del 2 settembre, ci fa riflettere su una tendenza già emersa da tempo, vale a dire quella della globalizzazione del consumo e della democratizzazione degli arbitri dell’eleganza. Ciò non significa che non esistano delle figure di riferimento, ma più che altro che ognuno, potenzialmente, può diventarlo.
Un mondo elitario in un altro modo
Se fino a qualche decennio fa si poteva orientare la moda soltanto se si era in quella ristrettissima cerchia del mondo delle grandi riviste fashion, oggi chiunque può diventare un’influencer di moda, ma ciò non toglie che quelli realmente ascoltati siano comunque pochi. Diciamo che resta un mondo nel quale si vuol trovare un punto di riferimento da emulare per sentirsi al passo coi tempi, ma entrare in questo “gotha” è diventato più facile.
La sociologia della moda è una disciplina decisamente interessante perché l’intersezione tra cultura, potere, economia e senso del bello dice molto di una società e di come si organizza.
La nuova direttrice di Vogue, Chloe Malle, figlia del celebre regista Louis Malle e dell’attrice Candice Bergen, si troverà a non fare una guerra persa in partenza alle influencer, ma a dover dialogare con loro per trovare una nuova vita e un nuovo significato alla blasonatissima rivista per la quale hanno fotografato tutti i geni della fotografia di moda.