Partite IVA: tra pochi giorni la nuova scadenza e 3 problemi da fronteggiare subito “Situazione problematica”

Per le partite IVA arriva una scadenza piuttosto complessa e vediamo come essa sia legata a tre grossi rischi che non vanno assolutamente sottovalutati. Come sappiamo bene, avere una partita IVA in Italia non è affatto facile.

Il popolo delle partite IVA è veramente troppo eterogeneo e sostanzialmente si applicano regole troppo simili a professionisti che incassano centinaia di migliaia, quando non milioni, ogni anno e a “finti dipendenti” che non arrivano alla fine del mese.

calcolatrice e scritta
Partite IVA: tra pochi giorni la nuova scadenza e 3 problemi da fronteggiare subito “Situazione problematica”-innovazioneconomia.it

Si tratta di una piaga antica alla quale nessun governo, e sicuramente neppure questo, ha dato risposte concrete. In più, si avvicina il 30 settembre e le partite IVA dovranno decidere, ma come vedremo, è meno semplice del previsto.

Attenzione a non sbagliare

Infatti, entro la fine di questo mese, i titolari di una partita IVA devono decidere se aderire oppure no al concordato preventivo biennale. Si tratta di una proposta del fisco, per la verità piuttosto controversa, che consente di definire in anticipo le imposte dovute per due anni. Facendo questo, si accede a un ravvedimento speciale che permette una sanatoria agevolata delle annualità pregresse e precisamente quelle dal 2019 al 2023.

coppia che parla con commercialista
Attenzione a non sbagliare-innovazioneconomia.it

Questo ravvedimento speciale non ha bisogno di dichiarazioni integrative e addirittura prescinde dal fatto che vi siano o meno delle violazioni di qualche genere. Insomma, è stato definito un po’ malignamente, ma anche efficacemente, una polizza assicurativa contro gli accertamenti anche futuri.

Il vantaggio c’è anche sul cosiddetto “punteggio Isa”. Dunque, insomma, si fa un patto preventivo col fisco per ottenere tutta una serie di vantaggi e un occhio più benevolo.

Conviene davvero?

Ma i consulenti che abbiamo interpellato relativamente a questa scadenza ci hanno messo in guardia contro tre rischi pesantemente sottovalutati e che stanno sottolineando ai loro clienti. Innanzitutto, ciò che viene visto con sospetto è il pagamento anticipato di imposte senza la chiarezza se ci siano oppure no violazioni reali.

Questo non è giudicato realmente vantaggioso per tutti ma solo per i professionisti più “spericolati”, per così dire. Inoltre, il secondo punto problematico è quello per il quale l’amministrazione finanziaria comunque svolgerà controlli o attività istruttorie contro il soggetto perché lo scudo non è totale.

fogli
Cosa cambia per le p.iva con il concordato preventivo-innovazioneconomia.it

Dunque chi pensa di dover fare un sacrificio per avere una specie di “salvacondotto assoluto” rischia di essere decisamente deluso. Ma poi un punto che fa storcere il naso ai commercialisti è che l’impegno biennale è vincolante nella definizione fiscale con un aumento del reddito concordato rispetto a quella che era la dichiarazione originale.

Ma cosa succede a non aderire? Nessuno vi dirà mai che chi non aderisce finisce in una “black list“, ma lo Stato lascia intendere che sia in un certo senso così. Perché il fatto di non aderire vuol dire tirarsi addosso maggiori controlli fiscali e possibili sanzioni. In buona sostanza, aderire conviene a chi ha situazioni pregresse ambigue e problematiche e le vuole sanare in modo agevolato, ma anche a chi vuole limitare potenziali problemi futuri.

L’impatto di questa pratica lo si potrà valutare solo nel tempo, ma per ora davvero tanti restano perplessi. Molti sostengono infatti che tra qualche anno considereremo il concordato preventivo un po’ come il Superbonus 110%, cioè un qualcosa che appariva molto vantaggioso in un primo momento ma che poi, alla lunga, è diventato problematico se non una vera e propria trappola. Tuttavia, questo lo potrà dire soltanto il tempo.

Gestione cookie