La lotta per pensioni più dignitose in Italia è qualcosa di assolutamente doveroso.
È importante ricordare che negli ultimi anni il nostro Paese ha fatto investimenti importanti sul fronte della difesa, mentre invece solo per le pensioni e per lo Stato sociale sembrano esserci vincoli di bilancio insormontabili. Sono numerose le parti sociali che sottolineano questo.
Ma vediamo una novità molto positiva proprio sul fronte delle pensioni. La circolare INPS numero 48 del 28 febbraio 2025 va a fare leva sull’articolo 30 della Legge 203 del 2024, amplia in modo molto interessante le opportunità per la pensione anticipata e supera vecchie limitazioni.
Il punto principale è l’importanza dell’estratto contributivo INPS. Si tratta di un documento fondamentale che è una vera e propria cronistoria dei contributi versati, ma spesso ci sono lacune importanti che vanno a rendere la pensione più lontana o più povera.
Fino a poco tempo fa i contributi non versati si prescrivevano dopo cinque anni e il recupero era impossibile. La novità di questa circolare è proprio la possibilità di chiedere il riscatto di periodi contributivi prescritti, costituendo una rendita vitalizia.
È anche rilevante l’intervento della Cassazione, o meglio la sentenza numero 22802 del 7 agosto 2025, che chiarisce i tempi. Dopo i cinque anni di prescrizione, il datore ha altri dieci anni per agire; se non lo fa, il lavoratore ha altri dieci anni, ma con la novità c’è un’eliminazione dei limiti temporali per il lavoratore e, dunque, il riscatto è possibile in qualunque momento. Questa misura, in sostanza, porta a tutti i lavoratori con lacune contributive.
L’origine storica del riscatto dei contributi è molto più antica di quel che si potrebbe immaginare; infatti, risale ad una legge del ’62. Questa legge era pensata per redimere i periodi di lavoro irregolare che, negli anni Cinquanta e Sessanta, erano assolutamente normali.
Anche la sentenza di Cassazione va a collocarsi in una lunga tradizione di battaglie sociali contro l’INPS. Negli anni Ottanta, sentenze di questo tenore hanno consentito tanti tipi di riscatti contributivi prima impossibili.
I sindcalisti sottolineano come la lotta per pensioni più eque passi attraverso una sensibilizzazione degli anziani e delle loro famiglie: in sede elettorale gli anziani “non puniscono” chi ha disatteso le loro speranze e non premiano le compagini più concretamente vicine alle loro istanze.
Ciò determina un disinteresse della politica nei loro confronti. Mentre gli italiani confermano la loro natura arrendevole il parallelo con la Francia scossa da tensioni violente e con i cittadini che fanno la voce grossa quando si tratta di tutelare i propri diritti appare stridente.
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