Bonus casa: che succede se paga un genitore o altro parente? Attenzione al chiarimento, positivo solo per alcuni.
Assai spesso capita che i bonus casa siano un’occasione di risparmio, ma anche un problema notevole e vediamo gli ultimi chiarimenti in materia. La detrazione del 50% che vale nel 2025 sulle spese di ristrutturazione della casa impone che chi sostiene dette spese sia il proprietario oppure il titolare di altro diritto reale.

Dunque non c’è necessariamente bisogno di essere il proprietario: anche l’usufruttuario può sostenere queste spese, e c’è anche la necessità che l’immobile sia adibito ad abitazione principale del contribuente oppure di un parente convivente.
Facciamo dunque l’esempio che chi paga i lavori non sia il proprietario dell’immobile, ma sia comunque convivente con esso. Cosa accade in questo caso alla detrazione? Il Fisco ha ampiamente chiarito che non si perde, ma dal 50% scende al 36%.
Convivenza e parentela: non facciamo confusione
Ma c’è anche un altro chiarimento da fare: infatti la convivenza deve essere concreta e riferita all’immobile oggetto dei lavori. Nel caso di cui si è occupato il Fisco recentemente un padre pagava le spese di ristrutturazione per la casa che, però, era di proprietà esclusiva della figlia, ma egli conviveva con lei.

In questo caso la detrazione è possibile. Ma immaginiamo il caso del padre che paghi le spese per la casa della figlia ma non convive. In questo caso invece, in linea di principio, la detrazione non scatta proprio perché manca il requisito della convivenza col proprietario o col titolare di altro diritto reale.
Questo punto ormai non appare più controverso perché è stato confermato non soltanto dal Fisco ma anche da varie sentenze della Corte di giustizia tributaria. Dunque è importante rammentare che il 50% di detrazione si ha solo se il contribuente è proprietario o titolare di diritto reale e se l’immobile di cui si parla è la sua abitazione principale. Al contrario non c’è nessuna detrazione se chi paga la ristrutturazione non è né proprietario né convivente con esso.
C’è una detrazione invece intermedia, al 36%, se il contribuente, pur non essendo il proprietario, convive con lui e convive proprio nell’immobile oggetto dei lavori oppure comunque sia nel nucleo familiare che ne ha la disponibilità.
I bonus casa nel tempo si sono rivelati una grande opportunità per le famiglie italiane ma anche una fonte inesauribile di problemi e contenziosi. Molti che li hanno chiesti se ne sono pentiti e la vera e propria telenovela sui crediti incagliati ha scoraggiato davvero tanti.