TFR e TFS: cosa cambia con la novità di settembre e quando scatta il passaggio “Monitorare per non perdere soldi”

TFR e TFS sono un diritto importante per il lavoratore; ultimamente se ne parla un po’ troppo e si sentono proposte troppo creative.

Le casse dell’INPS sono in difficoltà e lo Stato decide di spendere per la difesa in caso di guerra, suscitando le polemiche di tanti. E così il TFR e il TFS sembrano la classica mucca da mungere per far quadrare i conti. Ovviamente tutto questo va a finire a scapito dei lavoratori.

persone in ufficio con le braccia conserte
TFR e TFS: cosa cambia con la novità di settembre e quando scatta il passaggio “Monitorare per non perdere soldi”-Innovazioneconomia.it

Nei prossimi mesi il dibattito sul trattamento di fine servizio o rapporto andrà seguito con estrema cura, perché probabilmente verranno proposte idee assai poco vantaggiose per il lavoratore. Questi sono gli umori che abbiamo raccolto tra sindacalisti ed esperti del settore. Ma concentrandosi sull’immediato, è il caso di focalizzarsi sulla circolare numero 126 del 15 settembre 2025.

Infatti, in questa circolare sono stati chiariti i principi del trattamento di fine servizio, in particolare per il personale interessato da mobilità e nell’ambito delle pubbliche amministrazioni. Dunque, il personale della pubblica amministrazione interessato da mobilità deve avere presente i seguenti principi.

Come funziona la mobilità

Riguardo al TFS, l’attuale normativa sancisce che dalla data del trasferimento, il Trattamento che spetta è quello previsto dall’ordinamento dell’amministrazione verso cui si sta andando. Dunque, sarà importante per il lavoratore ricordare, o meglio annotarsi, la data di tale trasferimento, perché da questo momento in poi l’ordinamento sotto cui ricade il TFS diventa quello nuovo.

donna al pc
Come funziona la mobilità-Innovazioneconomia.it

Il secondo punto fondamentale è quello per il quale al momento della liquidazione di TFS e TFR, o anche dell’indennità di anzianità o dell’eventuale analogo trattamento (a prescindere da come sarà denominato), il personale deve ricordarsi di chiedere sia l’anzianità maturata dopo il trasferimento che anche quella maturata precedentemente.

Inoltre, l’importo lordo dell’indennità maturata fino alla data del trasferimento deve essere versato dall’amministrazione di provenienza a quella di destinazione. Questo punto è giudicato come molto importante anche perché tutto questo va fatto senza recupero sulla somma da trasferire di qualsiasi tipo di onere eventualmente addebitato al dipendente.

La sfera di applicabilità di questi principi è quella di tutti i casi di mobilità, ma ad eccezione di quelli per i quali il legislatore contempli una normativa speciale. Dunque, queste norme sono assai rilevanti perché vanno considerate generali e residuali e operanti in ogni caso per il quale non venga esplicitamente previsto qualcosa di differente.

Quello che succede all’atto pratico è che la mobilità si riflette in un trasferimento della titolarità di un rapporto di lavoro già esistente da un’amministrazione a un’altra e, tecnicamente, si può considerare come una cessione del contratto con tutto ciò che ne deriva.

Ma, come detto in partenza, sentiremo ancora molto parlare di TFS e di TFR e probabilmente sentiremo molte proposte caratterizzate da grande creatività ma scarsa convenienza per il lavoratore. È utile che i sindacati, ma soprattutto i comuni lavoratori, monitorino questa situazione per tutelare i propri diritti.

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