6G e nuova connettività come abbattitori di digital divide

Le tecnologie di telecomunicazioni avanzate come le reti ottiche o il 6G non puntano soltanto ad aumentare la velocità di connessione ma anche la disponibilità a servizi essenziali.

La speranza è che possano concretamente abbattere l’esclusione digitale e ridurre il divario sociale. Vivere al centro di una grande metropoli occidentale oppure alla periferia di un paesino in una nazione in via di sviluppo significa condurre esistenze totalmente diverse.

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Eppure le nuove tipologie di connessione possono almeno in parte abbattere queste ingiustizie. Il 6G e le nuove connessioni terrestri possono portare l’evoluzione della bassa latenza. Il nocciolo della questione è avvicinare la capacità di calcolo centralizzata agli utenti finali abbassando la latenza e incrementando l’efficienza.

Questo potrebbe rendere possibili servizi come la telemedicina i veicoli autonomi e le Smart city vero e proprio driver di crescita soprattutto per le zone più svantaggiate.

Vettori di opportunità distribuite

In esperimenti di valutazione condotti leggi computing ha ridotto la latenza per i servizi di Deep learning fino al 50 per cento rispetto alle architetture cloud personalizzate. Il riflesso sulla società di questa tecnologia potrebbe avere un forte impatto sulla chirurgia. E infatti è proprio la telemedicina uno degli aspetti più caldi. Per fare un esempio durante il covid-19 negli Usa le visite mediche mediante telemedicina sono passate da un inesistente 0,1%, al 43,5 per cento.

veduta palazzi e prato
Vettori di opportunità distribuite-innovazioneconomia.it

Una delle ingiustizie più paradossali è che chi vive in luoghi svantaggiati ha un maggior bisogno di servizi sanitari ma meno accesso alla telemedicina a causa dell’ handicap delle connessioni scadenti. Secondo molti teorici le reti ottiche e il 6G sono infrastrutture fondamentali per l’inclusione un esempio positivo è quello di Ninux che proprio nel nostro paese ha dimostrato come le reti autogestite da semplici cittadini possano essere una risposta concreta in area e sottoservite.

IoT e telemedicina

Ma un altro tema importante è quello dell’educazione remota. Sappiamo bene come nelle aree svantaggiate le università non esistano creando l’odioso paradosso per il quale proprio che vive al centro di una grande metropoli può mandare i propri figli ad un’università prestigiosa praticamente “sotto casa” mentre chi vive alla periferia del mondo ha il costo aggiuntivo di un soggiorno assai oneroso. Ma un’integrazione ritenuta molto fertile è quella tra 6G e intelligenza artificiale.

Entro il 2030, almeno queste sono le proiezioni, il 6G potrebbe supportare un numero davvero elevato di dispositivi per chilometro quadrato consentendo un ecosistema di Internet of think realmente pervasivo ed efficace.

Tuttavia questo superamento delle disuguaglianze sociali impone consapevolezza da parte dei cittadini. Se una comunità non si impegna per essere messa in condizione di sfruttare concretamente le opportunità per abbattere il divario sociale c’è la possibilità che amministratori locali corrotti non agevolino lo sviluppo di queste tecnologie o non mettano l’inclusione sociale in cima agli obiettivi della pubblica amministrazione.

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