Il bonifico parlante stronca la via per il bonus casa e gli esperti fanno sapere che la situazione può essere più problematica del previsto.
Per ottenere il Bonus Casa e altri bonus, come l’Ecobonus e il Superbonus, c’è la necessità del bonifico parlante perché garantisce la tracciabilità. È la Corte di Cassazione a ribadirlo con l’ordinanza numero 18.768 del 2025. Non ci sono scappatoie, perché senza il bonifico parlante il diritto alla detrazione non esiste.

Ma se la Corte di Cassazione è perentoria, l’Agenzia delle Entrate crea due possibili scappatoie: innanzitutto si può ripetere il pagamento tramite un nuovo bonifico parlante dopo la restituzione della somma. La detrazione semplicemente scatterà dall’anno in cui si esegue il bonifico corretto.
Ma la seconda via è interessante se non si può ripetere il bonifico, ad esempio nel caso di un’impresa che non voglia prestarsi a questo o che addirittura sia fallita. L’impresa, infatti, può rilasciare una dichiarazione sostitutiva di atto notorio che attesti l’inclusione delle somme nella propria contabilità e che quindi esse siano state soggette a una tassazione corretta.
Le 5 questioni da capire
Ma gli esperti sottolineano cinque aspetti problematici di questa questione. Innanzitutto il bonifico parlante non è una semplice formalità e dunque va trattato come una delle condizioni sostanziali. In secondo luogo, non bisogna credere che la rigidezza della Cassazione sia insuperabile proprio perché esistono le due scappatoie proposte dalle Entrate.

Inoltre, se si è commesso lo sbaglio di effettuare un bonifico non parlante, la strada maestra tra le due proposte dalle Entrate è sicuramente quella di ripetere il pagamento, anche se questo sposta la detrazione di un anno fiscale.
Infatti, la dichiarazione sostitutiva di atto notorio potrebbe sembrare apparentemente la via più semplice ma presenta rischi interpretativi e deve essere acquisita con attenzione, soprattutto se l’impresa non sembra molto collaborativa. In ultimo, non bisogna credere che ci sia qualche bonus escluso da questa problematica, infatti ciò che abbiamo descritto vale trasversalmente per tutti gli aiuti in materia di edilizia.
Ma la questione è che l’appesantimento della rendita catastale in conseguenza dei bonus, può rendere tutta l’operazione globalmente sconveniente. Calcoli alla mano ci è stato dimostrato che in tanti casi l’aumento dell’IMU per sempre, supera economicamente il risparmio sui lavori.
La verità è che il bonus casa è una specie di mostro mitologico con la testa rappresentata da un governo che adorava gli aiuti sociali e li spingeva in ogni modo ed il corpo di un governo (quello Draghi e poi, peggio ancora, quello Meloni) che cerca di far rientrare lo Stato dei soldi spesi e questo da molti è stato percepito quasi come una trappola.