Purtroppo sono tanti i cittadini italiani stangati nella morsa del Fisco. Ma arriva una scappatoia che rende tutto questo un po’ più umano e un po’ più vicino alle reali esigenze della gente.
Mentre i grandi evasori fiscali sfruttano la legge per non pagare neppure un centesimo di tasse grazie a cavilli studiati ad hoc e a triangolazioni internazionali, il signor Rossi viene stritolato da una burocrazia e da un Fisco realmente kafkiani. La recente decisione della Cassazione, datata 13 settembre 2025, numero 25132, ha stabilito che il contribuente non è obbligato al pagamento delle sanzioni tributarie nel caso in cui sia stato il commercialista a non versare le imposte dovute. Come vedremo, da ciò derivano tre interessanti conseguenze.

Innanzitutto, si tratta dell’esimente prevista dall’articolo 6, comma 3, del Decreto Legislativo 472 del ’97, e si applica a tutte le sanzioni erogate. In questo caso specifico, la Corte ha accolto il ricorso del contribuente. E veniamo alle tre considerazioni realmente utili per i cittadini.
Una misura positiva, cosa devi sapere
Innanzitutto, questa decisione rafforza la tutela del contribuente, ma è sempre necessario che si dimostri la responsabilità del terzo. La seconda questione importante è l’applicazione estesa dell’esimente proprio a tutte le sanzioni tributarie, dunque non è coperto soltanto l’omesso versamento. La terza considerazione utile riguarda cosa fare dal punto di vista concreto. Infatti, per evitare il rischio di sanzioni, è importante vigilare sulla corretta gestione da parte dei propri fiscalisti.

Se si notano inadempienze, bisogna attivarsi tempestivamente dal punto di vista legale. Il fatto di muoversi subito sul piano legale sarà utile a dimostrare la nostra estraneità al mancato versamento e a tutelarsi, dunque, anche nei confronti del Fisco e non solo del professionista.
Con ciò non si vuole creare un clima di scarsa fiducia tra il professionista e il suo cliente: questa fiducia è fondamentale e, anzi, deve essere sempre più forte. Tuttavia, sentenze come queste dimostrano che, ad ogni modo, l’ultimo step della vigilanza spetta comunque a noi.
Tutto è destinato a cambiare
Questo è un punto sempre più caldo: tra disintermediazione fiscale e cittadino che deve monitorare il consulente, non pochi fiscalisti denunciano di sentirsi “stretti nell’angolo”. Inoltre c’è anche la sempre incombente AI: tante aziende promettono software intelligenti. Veri e propri fiscalisti coi i quali parlare quando si vuole anche in pena notte senza code o attese e completamente dedicati a noi ad un prezzo ridicolo.
Questa è una di quelle professioni che si avvia a scomparire? Ogni novità in questo settore è ormai da considerare “fluida” nella consapevolezza che ben presto potrebbe diventare obsoleta in modi non possiamo neanche immaginare