Una nuova normativa fa giustizia dopo anni di tagli e condizioni più dure.
È stata approvata una normativa che molti hanno definito legge riscatto o legge salva pensioni. Questa legge è assai utile nel contorto panorama previdenziale italiano giacché consente di andare in pensione anche ai lavoratori che non hanno versato contributi sufficienti.

Dunque l’INPS può autorizzare una rendita vitalizia calcolata sugli anni di lavoro effettivamente svolti anche quando i contributi versati dal datore di lavoro non siano stati effettivamente corrisposti. Ovviamente però il lavoratore deve fornire prove forti del lavoro svolto.
Colmare le lacune e avere giustizia
Dunque l’INPS calcola anche i contributi che il datore di lavoro (in barba alla legge) non ha versato ma a patto di essere certa che questo lavoro sia esistito secondo quello che afferma il lavoratore. Il cuore di tutta questa norma è il meccanismo di recupero dei contributi non versati.

Entro 5 anni dal mancato versamento, come termine ordinario oppure c’è anche una possibilità di iniziativa diretta del lavoratore dopo 10 anni senza che sia intervenuto una riparazione da parte del datore di lavoro.
La sentenza numero 22.802 delle sezioni unite della corte di Cassazione civile depositata il 7 agosto di quest’anno ha offerto un precedente importante di recupero e riconoscimento dei diritti di chi vuole andare in pensione anche senza contributi regolari.
Questa è una deroga veramente forte perché andare in pensione senza contributi non è previsto dal nostro ordinamento: infatti la pensione è calcolata solo e unicamente sui contributi realmente versati.
Maggiore giustizia o favore ai fondi pensione?
Tuttavia la legge e la giurisprudenza recente stanno aprendo delle brecce in questo principio monolitico per evitare che gli atteggiamenti criminali dei datori di lavoro privino i lavoratori persino della loro pensione giustamente maturata.
Questi nuovi percorsi consentono delle tutele pensionistiche anche se non complete e non vanno a costituire una pensione automatica. La conseguenza di questi percorsi è tutelare il lavoratore e offrirgli un qualcosa che lo ristori per il danno subito.
Ma meglio evitare toni trionfalistici. Sono in molti a ritenere che il “rubinetto sempre più chiuso” nei confronti dei pensionati sia un regalo ai potenti gestori dei fondi pensione. Al giorno d’oggi, specie per chi è più giovane è assai probabile non vedere mai una pensione e dunque appaiono sempre più allettanti questi fondi.
Ma quel che accade in Francia con disordini anche pesanti ci ricorda che in democrazia il popolo ha il potere e non deve limitarsi a subire decisioni che vengono dall’alto