La sentenza del TAR di Sardegna numero 695 del 2025 crea un precedente di rilievo perché ha respinto il condono per una tettoia abusiva di 38 metri quadri, costruita su un lastrico solare e per giunta in un’area soggetta a vincolo paesaggistico.
La vicenda si svolgeva a Cagliari e il proprietario a sua difesa sosteneva che la tettoia essendo parzialmente aperta non avesse generato nuovo volume e che la superficie coperta non fosse abitabile. Dunque il proprietario invocava la sanatoria. Ma sul luogo è intervenuta la polizia locale che ha evidenziato uno stato di cose diverso da come rappresentato. Infatti questa tettoia era stata chiusa su ben tre lati con rivestimenti e anche murature.

Quindi non era più una zona aperta ma era una struttura con superficie utile e anche abitabile. Questo tipo di trasformazione ha aumentato la volumetria per giunta in un contesto vincolato dove questi ampliamenti non sono mai sanabili e questo è stabilito dall’articolo 32 del decreto legge 269 del 2003.
Condono negato: i motivi
Il condono quindi è stato negato dal comune è confermato dal Tar. Il condono in questo caso sarebbe stato contrario alla legge ed è stato ribadito in giurisprudenza che la tutela del paesaggio è da considerarsi prevalente sulla regolarizzazione degli abusi edilizi. In questo caso, poi, gli interventi erano stati effettuati successivamente e volti a mascherare ampliamenti non autorizzati.

È importante tenere presente che se l’aria è sottoposta a vincoli paesaggistici, le opere che comportano aumento di volume o superficie non sono mai sanabili e questo anche nel caso in cui oggi originariamente sembrassero strutture minori.
Una burocrazia che non funziona
Inoltre se l’opera abusiva viene modificata in più tempi con chiusure parziali o murature aggiuntive si può trasformare in nuovo volume edilizio e quindi non essere più sanabile. L’interesse paesaggistico è stato tutelato con forza dalla giurisprudenza degli ultimi anni e le sentenze che vanno in questo senso sono ormai tante.
Dunque è assolutamente pacifico ormai che il condono non è possibile per abusi in zone vincolate. In conseguenza di ciò l’istanza di condono può essere negata non solo per nuovi abusi ma anche per abusi vecchi ma peggiorati rispetto alla situazione originaria.
Ma sono in molti a sostenere che la burocrazia legata all’immobiliare sia un vero problema: non riesce ad arginare le tante facce dell’abusivismo ma finisce per essere dissuasiva per chi vuole essere in regola. Un caso emblematico è quello delle famose case ad un euro: sembrava troppo bello per essere vero e lo era.
Ristrutturarle rispettando la giungla di regolamenti vari era incredibilmente costoso e molti che ci si sono tuffati se ne sono pentiti amaramente.