Il tema delle startup torna ad essere caldo, ma concretamente il piccolo risparmiatore come fa ad investire in queste realtà potenzialmente allettanti?
Spesso sentiamo dire che qualche grande magnate ha investito in una startup con molto potenziale e ci sentiamo tagliati fuori da queste opportunità. Infatti, come piccoli risparmiatori, possiamo davvero fiutare questi affari e possiamo realmente investirci? Vediamo le cinque vie che abbiamo a disposizione.

Innanzitutto, c’è l’investimento diretto nelle quote della startup. Questo è uno dei meccanismi più esclusivi; infatti, di norma è riservato a chi ha capitali forti oppure un rapporto diretto con i fondatori.
La seconda via, decisamente più abbordabile e amichevole, è l’investimento tramite piattaforme di equity crowdfunding: spesso sono accessibili online e le cifre richieste sono molto basse, anche poche centinaia di euro. Per il piccolo risparmiatore è decisamente un modo valido.
I modi concreti
C’è sempre la possibilità di investire tramite fondi specializzati in venture capital. Tuttavia, è importante ricordare che questi fondi sono riservati a investitori più esperti e che non sono propriamente consigliati a chi non sia competente. Un’altra modalità, ma decisamente lontana dal piccolo risparmiatore, è quella di diventare business angel. Questo significa investire capitale e anche supporto nella startup.

Inoltre, si può sempre partecipare a campagne di crowdfunding tradizionale oppure di reward crowdfunding: la startup viene finanziata in cambio di prodotti o ricompense e non di quote societarie. Ma nel mondo delle startup è tutto oro quello che luccica? Assolutamente no. Infatti, le startup sono realtà fragili, anche se molto promettenti. Il rischio e il rendimento, come sempre, sono correlati e qui spesso sono veramente forti.
Quando ci si rapporta a investimenti di questo genere, la diversificazione deve essere il nostro Vangelo. Si può investire solo una piccola parte del nostro patrimonio in una startup a prescindere da quanto ci si creda.
Foto uomo al pc
Attenzione ai rischi
Inoltre, una questione cruciale, anche se quasi sempre sottovalutata dagli investitori inesperti, è quella dell’orizzonte temporale. In questo tipo di realtà, anche se è bello sognare che il valore delle proprie azioni esploda da un giorno all’altro, ci si deve preparare a un investimento di medio-lungo periodo.
Spesso ci vogliono anni prima di vedere un ritorno. Inoltre, ciò che rende complesso questo tipo di investimento è che bisogna analizzare attentamente il team, il mercato in cui si opera, la capacità di fare la differenza e il modello di business.
Lo Stato incoraggia questo genere di investimento con detrazioni fiscali IRPEF del 50% se si investe in startup innovative. Dunque, parliamo di un mercato assai complesso e bisogna tenere presente che non bisogna farsi sedurre dalle sirene dei facili guadagni. Investire in startup presuppone competenze di livello medio-alto che in linea di principio il risparmiatore non ha e comunque può acquisire difficilmente.