App per la cannabis light rimossa: la startup milanese JustMary.fun sfida Google

L'imprenditore Matteo Moretti, a cui fa capo l'app JustMary, ha diffidato Google dopo che la multinazionale ha rimosso dal proprio Play Store, il portale da cui si scaricano le applicazioni per gli smartphone Android, l'app che consentiva agli utenti di ricevere, a domicilio, i prodotti a base di cannabis legale. Dal dicembre 2016, infatti, in Italia è possibile vendere prodotti che contengano un principio attivo inferiore allo 0,2% e Justmary.fun, marchio che fa capo alla società dell'imprenditore lombardo, ha realizzato un app dedicata alla consegna di questi prodotti a domicilio, investendo circa 60mila euro.

La società, inoltre, non lavora direttamente al prodotto messo in vendita, ma si limita a fornire un servizio di intermediazione di materiale realizzato da terzi che presenti tutti i criteri per essere venduto in Italia. "Nei primi mesi la nostra app ha riscontrato un ottimo successo, con un canale che si unisce a quello del sito internet (www.justmary.fun) e ha raggiunto un buon bacino di utenza molto ampio su Milano", spiega Moretti. I mancati incassi di fra ottobre e dicembre, periodo in cui l'applicazione è stata inutilizzabile, pesano per circa 50mila euro tra vendite e investimenti in marketing vanificati a causa della rimozione.

JustMary, infatti, è stata disponibile sul Play Store Android dal 20 agosto al 18 ottobre, quando la multinazionale l'ha sospesa indicando come motivo una violazione della "illegal activities policy di Google Play", sostenendo che l'app "facilita la vendita e l'acquisto di droghe illegali o la prescrizione di droghe". Nonostante tutte le informazioni e le modifiche inviate dalla società, convinta della legalità dell'app, da Google non è arrivata nessuna risposta sul ripristino dell'applicazione, non lasciando altra scelta a Moretti se non quella di rivolgersi a un legale, l'avvocato Elio Viola, con l'obiettivo di vedere l'app ripubblicata sullo store.

"Tutti i prodotti che vengono venduti all’interno dell’applicazione JustMary sono assolutamente legali e ne è riconosciuta la libera vendita su tutto il territorio nazionale, quindi non capiamo quali siano le reali motivazioni della sospensione. Su Amazon e su numerose altre App presenti sullo store Google, ad esempio, prodotti come quelli che vendiamo noi con JustMary sono disponibili senza problemi - spiega Moretti - Noi in buona fede chiediamo il ripristino dell'app, perché non c'è motivo per tenerla sospesa, ogni motivazioni addotta è fuori luogo. Se poi Google non dovesse ripristinare il nostro software, siamo pronti a proseguire con un'azione legale e in quel caso chiederemo tutti i danni economici, che oggi abbiamo scelto di non chiedere. Crediamo altresì che questa sospensione violi palesemente le regole sulla concorrenza".  In caso di citazione in giudizio della società americana JustMary si è detta pronta a chiedere oltre 100 mila euro di danni fra investimenti azzerati e mancati incassi.

Sono diverse le contestazioni che JustMary fa a Google, anche perché l'app "è stata realizzata seguendo e rispettando in toto, i termini e condizioni e le relative specifiche tecniche", come conferma la pubblicazione stessa del software avvenuta ad agosto. Oltre a questo, nel motivare la sospensione, la multinazionale scrive che JustMary facilita la vendita di "droghe illegali", affermazione che per Moretti e la sua società è "grave, falsa e oltremodo lesiva dell'immagine personale dell'imprenditore e degli oltre 100 soci di Justmary". Justmary ha infatti appena chiuso, su un famoso portale di crowdfunding vigilato dalla Consob, un primo round di equity crowdfunding.

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