“Da oggi le mie aziende non pagheranno un solo centesimo di tasse e non farò più ricevute fiscali”. La provocazione di un ristoratore romano

Mi chiamo Valerio Laino trentenne di origini Calabresi, ho iniziato il mio percorso all'età di 12 ann  lavoravo per 20 euro a settimana e ne ero già fiero, lavavo piatti, pulivo quintali di pesce, ho persino pulito i bagni nei ristoranti dove lavoravo. La forza e la grinta di reagire mi ha portato in poco tempo ad aprire il mio primo locale all'età di 19 anni, avevo 18 dipendenti. A 22 anni ho aperto il mio secondo locale nel cuore di Roma in uno dei quartieri piu belli della capitale il Rione Monti, negli anni successivi ho avviato altre due aziende di cui import-exsport di prodotti di eccellenza e un pastificio artigianale .

Ora, grazie alle scelte sbagliate e il totale abbandono dello Stato nei confronti di noi autonomi e partite iva le mie aziende come il mio futuro sono appese ad un filo che si fa sempre più sottile. Sono ormai mesi che gli incassi sono dimezzati più della metà soprattutto per il ristorante che ho in centro a Roma, la totale assenza dei turisti e il lavoro svolto in smartwork dai dipendenti pubblici mi ha letteralmente messo in ginocchio.

E' impossibile senza aiuto dello Stato continuare ad affrontare spese insostenibili come affitti, bollette, fornitori, mutuo e tasse governative non ancora sospese. Sono stato costretto a licenziare tutti i miei collaboratori. Adesso lavoro da solo per le mie attivita, dormo un'ora a notte in macchina mentre mi sposto da Roma in Calabria e viceversa. Negli ultimi mesi per far fronte alle spese ho venduto quasi tutti i miei beni personali, in più mi sono indebitato con le banche, tutto ciò grazie ad un governo che ha preferito spendere soldi in bonus vacanza bonus monopattino e via dicendo, dimenticandosi dei piccoli commercianti, ristoratori, partite iva, autonomi e liberi professionisti.

Il nuovo dpcm firmato dal presidente Conte è stata l'ennesima mazzata, la chiusura alle 18 dei ristoranti non è altro che la sendenza definitiva di una condanna a morte per noi ristoratori, aggiungo che il colpo di grazia sia il decreto ristoro, già il termine lascia pensare come la nostra categoria sia sminuita. Destinare dei soldi a fondo perduto basandosi sul decreto di Aprile è praticamente assurdo, un misero contentino per tenerci la bocca chiusa. Purtroppo la triste realtà è quella che sto vivendo sulla mia di pelle e di milioni di commercianti, siamo ormai stremati arrivati al punto di non ritorno, io personalmente sono rimasto con soli 100 euro sul conto ciò vorra dire che non avrò neanche più la certezza di poter mangiare.

Le mie ultime energie voglio sprecarle per iniziare una protesta contro questo governo di dittatori che ci ha tolto il diritto di lavoare e soprattutto di sperare in un futuro. Da oggi le mie aziende non pagheranno un solo centesimo di tasse governative, ma inoltre non farò più RICEVUTE FISCALI E FATTURE... Non voglio ritornare a fare quello che ho fatto a 12 anni ,ma se dovesse succedere non ho paura di farlo.

Per approfondimenti o interviste 3451806315

You May Also Like

Cos’è l’autismo spiegato da un bambino

“Il metodo DAJE”, il nuovo libro di Alfredo Zingariello che esplora l’essenza del web design e dello sviluppo web

Hackerato il profilo Facebook del cantautore Giampietro Melis, in arte Furia in Melis. Ora offline tutti i suoi profili

Caffè Al Bicerin: in arrivo un’Epifania d’eccezione